Che la fame nervosa compulsava abbia una radice emotiva e che chi si ingozza fino a stare male di alimenti, mettendo a rischio la propria salute, sia simile a un tossicodipendente era cosa nota. Ora un gruppo di ricercatori dei Brookhaven National Laboratori di New York ha dimostrato che i circuiti nervosi dove nasce il desiderio di mangiare oltre misura sono gli stessi che si innescano anche nella spinta a drogarsi e che lo stimolo a mangiare non interessa molte piu’ aree del cervello di quanto si pensasse. Il team cocordinato da Gene-Jack Wang ha individuato tali circuiti nella corteccia orbito frontale e nello striato. Il gruppo americano, inoltre ha osservato che l’ippocampo, un centro fortemente legato ai ricordi emotivi, che nei tossicodipendenti stimola il desiderio rievocando ricordi legati a precedenti esperienze con la droga, e’ interessato quasi nello stesso modo nella comparsa del desiderio di cibo. Fin qui, invece, si pensava che fosse soprattutto l’ipotalamo ad essere stimolato. Sia l’impulso a mangiare, sia quello a interrompere l’alimentazione sono trasmessi dallo stomaco al cervello, in cui vengono attivati neuroni specifici. In alcuni individui, tuttavia, il circuito salta in conseguenza a particolari stimoli emotivi, come si osserva nei casi di anoressia e bulimia. I ricercatori americani hanno dimostrato che quando questo circuito salta, l’area del cervello interessata dal "corto circuito" e’ la stessa, gia’ nota, nella quale si innesca lo stimolo dell’assunzione delle droghe nei pazienti tossicodipendenti. Per verificarlo a un gruppo di individui obesi e’ stato impiantato una specie di pace-maker nello stomaco, uno stimolatore gastrico che serve ad avviare il senso di sazieta’ e quindi indurre una riduzione del consumo di cibo. Gli esperti hanno studiato le risposte neurali allo stimolatore e hanno visto che, quando la macchinetta inviava i segnali, nel cervello di pazienti obesi non si accendevano solo i centri dell’appetito, ma anche alcune regioni connesse all’emotivita’. I punti del cervello interessati sono la corteccia orbito-frontale e lo striato, proprio le aree nei tossicodipendenti legate al desiderio di assumere lo stupefacente. Poi e’ stimolato l’ippocampo, il circuito che custodisce i ricordi emotivi, magari legati a precedenti abbuffate.
"Quel che accade nel cervello di chi mangia in modo compulsivo e’ molto simile a quel che si osserva in un consumatore di cocaina" - osserva Gne-Jack Wang questa ricerca ha dimostrato inoltre che aree del cervello che intervengono nel circuito stimolo-risposta connesso all’alimentazione sono piu’ di quante si pensasse. Speriamo che questa ricerca apra la strada a un approccio più globale e più articolato al problema dell’obesità.